Il weekend di fuoco si allunga al lunedì. È un periodo nero per il governo, i rapporti tesi tra Di Maio e Salvini sono ormai pubblici. Ma se la questione degli inceneritori ha aperto una frattura apparentemente insanabile, il colpo di grazia del lunedì è arrivato dall‘Associazione Bancaria Italiana. E riguarda lo spread. Ne avevamo già parlato in questo blog, per cercare di fare chiarezza tra i lettori sul significato e le conseguenze di un differenziale alto. Avevamo tolto di mezzo quei dubbi nati in rete sull’influenza dello spread nei mutui e nel sistema bancario in generale. Oggi l’Abi ha detto ciò che temevamo: il sistema bancario può andare in crisi.

Il differenziale sopra quota 300 (oggi è partito da 310 ndc) non è coerente con i fondamentali dell’economia … e se non lo si ridurrà allora si avrà un impatto sul patrimonio delle banche, un aumento del costo della raccolta e quindi dei finanziamenti a famiglie e imprese oltre a una loro riduzione

Gianfranco Torriero è il vicedirettore generale dell’associazione e spende parole pesanti sulla manovra e l’incertezza che essa provoca nel sistema bancario.

Ma da dove è partita la fase drammatica per il governo? Sono quattro giorni di beghe interne, pesanti e meno pesanti ma tutte abbastanza pungenti. Partiamo dal gossip: è uscita la notizia che il Ministro del Lavoro Di Maio e il Presidente della Camera Fico vanno dal barbiere. Ci chiederete “E per fortuna! Che male c’è?“. Il male sta nel fatto che la bottega scelta è quella che tanto detestavano e che volevano chiudere, quella presa da esempio come grande spreco del palazzo nei vari comizio pubblici: il barbiere di Montecitorio. Ebbene sembra che i due grillini siano clienti abituali. Poveri elettori.

Oltre il gossip, che comunque immaginiamo possa ferire i personaggi nell’orgoglio, ci sta la politica. Ed i rapporti tra alleati. Lega e Cinque Stelle sono ai ferri corti, motivo: dove buttare l’immondizia. Salvini, ricredendosi dalle posizioni contrarie del 2017, ha deciso di pensare che: in Campania per risolvere il problema dei rifiuti, si devono costruire gli inceneritori. Peccato che questa mega ideona non sia stata presa di buon grado dal fratello coltello Luigi Di Maio:

Gli inceneritori non sono nell’accordo di governo, e questa materia se ne occupa il ministro Costa…. gli inceneritori sono vintage come le cabine a gettoni, bisogna investire sulla raccolta differenziata.

La replica di Matteo Salvini è laconica:

se gestiti bene e controllati bene, portano più salute ed economia. E quindi sicuramente la Lombardia non torna indietro, anzi l’obiettivo è che anche altre regioni vadano avanti. Non voglio un Paese che torni indietro.

Attilio Fontana è il Governatore leghista della Lombardia, ed è stato più duro del suo capo politico Salvini:

Venga a vedere i nostri termovalorizzatori, sono puliti e controllati. Di Maio parla per slogan. Non smaltiremo più i rifiuti del Sud Italia.

La situazione precipita, e lo si percepisce anche dalle parole dello stesso Salvini di pochi minuti fa a margine di Idn 2018 a Milano:

Ci sono enormi interessi economici in ballo. Ovunque tu ti muova, vai a toccare interessi economici stratificati da anni

Lo sconforto sale e si apre una porta dopo la visita del Ministro dell’Interno a Palazzo Grazioli da Silvio Berlusconi, dove Lega e Forza Italia hanno trovato un accordo per presentarsi insieme alle elezioni regionali di Abruzzo, Piemonte, Basilicata e Sardegna. Antonio Tajani ha detto:

sono ottimista per una ricomposizione del centrodestra, è già un miracolo se l’alleanza tra Lega e Cinque Stelle arrivi alle Europee.

Se poi ci mettiamo che pochi istanti fa Luigi Di Maio è stato accolto da cori di protesta nella sua Pomigliano d’Arco… tutto sembra davvero possibile.