Momento decisamente critico per l’economia globale. In questo cataclisma l’Italia è in gioco con le sue due migliori carte: l’agricoltura ed il turismo.

Se di agricoltura abbiamo parlato ieri, oggi tocca al comparto vacanziero italiano.

L’Italia è chiusa, ferma, letteralmente in ginocchio dal 9 marzo con il provvedimento della momentanea cancellazione del turismo.
Parlare oggi di riapertura delle strutture è molto complicato; dal governo sembra che sarà concesso alzare le serrande soltanto dopo la metà di maggio, passata l’ondata dei ponti. Sappiamo però tutti molto bene che sarà un 2020 di lacrime e sangue per le imprese ed anche per i lavoratori dipendenti del settore. Per questi ultimi, considerando il punto a cui si è arrivati della stagione, il dramma è doppio: pochi assunti con la maggioranza in attesa di assunzione (ponte pasquale). Per questa categoria di lavoratori c’è il vuoto: niente cassa integrazione ma soltanto dei buoni spesa (circa €100 per mangiare e le andare in farmacia).

E poi ci sono gli aziende: ristoranti, bar, hotel, centri benessere, ma soprattutto campeggi e strutture ricettive. Molte di queste attività prenderanno direttamente un anno sabbatico, rinunciando all’apertura pur di non pagare ulteriori tasse.
D’altronde, quando si stimano oltre 31 milioni di persone in meno per il solo ponte Pasquale, il campo non lascia feriti ma anche tanti morti. Il 70% di pernottamenti in meno stimati rispetto al 2019, saranno una ghigliottina, specie per quelle imprese che avevano come priorità quella di intercettare il mercato estero. Addio certo per loro.
E allora?
Sotto con gli italiani; si va alla ricerca, per i mesi di luglio e agosto, delle famiglie del belpaese, almeno fino alla riapertura delle scuole che quest’anno sembra essere preventivata per il primo o il 2 settembre. Obiettivo: salvare il salvabile.
A tal proposito, in attesa di capire esattamente cosa prevede il bazooka del governo, che ha stanziato circa 400 miliardi di euro per prestiti, una delle proposte più serie è arrivata dal sindaco di Forza Italia di Numana, città gioiellino sul mare in provincia di Ancona, ripresa anche da Silvio Berlusconi:

stiamo studiando un sistema di incentivi per chi, quando sarà possibile …, vorrà sceglie l’Italia come meta per le vacanze

Il sindaco si chiama Gianluigi Tombolini, e la proposta è quella di rendere deducibili i costi delle vacanze per quegli italiani che sceglieranno nel 2020 proprio l’Italia come meta turistica.
Proposta colta al volo dai senatori Francesco Battistoni e Massimo Mallegni, che l’hanno riscritta sotto forma di emendamento al “Cura Italia 1“.
Si tratterebbe di una boccata di ossigeno, che va oltre all’accesso al credito con cui il governo sta tentando di rispondere alla crisi.
Sarebbe certo una misura temporanea, ma che andrebbe a stimolare le vacanze, perché il turismo non può solo ripartire con aiuti finanziari alle imprese, serve anche dare un segnale di positività alle famiglie e di incoraggiarle a viaggiare, altrimenti si rischierebbe di produrre soltanto un indebitamento e magari tra 5-6 anni i prossimi governi saranno costretti ad una nuova “Fornero”.

I problemi per il comparto turistico non sono finiti, perché se da un lato si deve studiare una forte azione di marketing del territorio adatta agli italiani, dall’altra, alle famiglie in vacanza, si dovrà offrire qualcosa. E questo è un altro grande problema, perché con la crisi in corso molti comuni che organizziamo eventi ludici, della tradizione italiana, e soprattutto iniziative culturali, sono con le casse vuote a causa dei mancati introiti della tassa di soggiorno. Si corre il rischio di far saltare concerti, notti bianche, iniziative di vitale importanza per il settore turistico e commerciale italiano. Da questo punto di vista, lo Stato dovrà far sentire la propria presenza, altrimenti anche la Cultura si prenderà un anno di stop, con le conseguenze del caso.

Quando si parla di turismo si deve fare i conti coi numeri. Il comparto vale il 13% del PIL italiano, ogni cento persone ce ne sono 14 che lavorano nel settore, 17 miliardi è il saldo attivo stimati dalla Banca d’Italia, 200 miliardi è il volume di affari che il turismo genera nell’indotto (Cultura di cui parlavamo annessa).

Il Governo non può cavarsela coi prestiti. Speriamo questo concetto l’abbia chiaro…