La nota di aggiornamento economica del Governo è stata approvata questa notte in Consiglio dei Ministri ed è il documento, forse, più atteso di questo autunno.
La NADEF o Nota di aggiornamento al DEF è un documento che il Governo italiano presenta alle Camere entro il 27 settembre di ogni anno per aggiornare le previsioni economiche e finanziarie del DEF in relazione alla maggiore disponibilità di dati ed informazioni sull’andamento del quadro macroeconomico e di finanza pubblica.
Il documento, inoltre, contiene l’aggiornamento degli obiettivi programmatici, che tiene conto anche delle eventuali osservazioni formulate delle istituzioni europee competenti nelle materie relative al coordinamento delle finanze pubbliche degli Stati membri.
Questa la definizione che scrive Wikipedia. Palazzo Chigi ha emesso un comunicato, rispetto all’approvazione della nota avvenuta stanotte:
… per il 2021 la NADEF fissa un obiettivo di indebitamento netto (deficit) pari al 7 % del prodotto interno lordo (PIL). Rispetto alla legislazione vigente, che prevede un rapporto deficit/PIL pari al 5,7 %, si presenta quindi lo spazio di bilancio per una manovra espansiva pari a 1,3 punti percentuali di PIL (oltre 22 miliardi di euro).
Rispetto al 2020, nel quadro programmatico di finanza pubblica, il rapporto debito/PIL nel 2021 è previsto in calo di 2,4 punti percentuali, portandosi dal 158 % al 155,6 %. Per gli anni successivi viene delineato un percorso di graduale rientro del rapporto, con l’obiettivo di riportare il debito della P.A al di sotto del livello pre-Covid entro la fine del decennio.
Grazie al sostegno alla crescita assicurato dalle misure espansive, nel 2021 è attesa una crescita programmatica del PIL pari al 6 % (rispetto ad una crescita tendenziale del 5,1%), che nel 2022 e nel 2023 si attesterà al 3,8% ed al 2,5% rispettivamente.
Numeri preoccupanti, che in aggiunta alle notizie dell’aumento della pressione fiscale (42,5% per il 2020 ma in aumento per il prossimo triennio) si trasformano in una vera e propria depressione morale per chi li legge.
Di cosa stiamo parlando? Di una riforma del fisco che non si sa quando arriverà, di una riforma dell’Irpef che verrà fatto solo nel 2023 (guarda caso nel periodo elettorale), di un impatto sul Pil dello 0,3% per il 2021 e dello 0,8% nel 2023. Il nulla cosmico.
Eppure questi signori al Governo sono contenti (Ministro Roberto Gualtieri). Ma non fanno festa. D’altronde rispetto all’abolizione della povertà queste sono bazzecole.