I voucher furono un’invenzione del giuslavorista Marco Biagi. Entrati nel mercato del lavoro sotto il secondo Governo Berlusconi (2013), avevano lo scopo di regolarizzare tutti quei contratti di breve durata lavorativa che stavano entrando prepotentemente nel mercato del lavoro al nero. Al tempo la dicitura esatta era quella di “contratti di buon lavoro“.
Il Governo Prodi del 2007 diede attuazione alla legge fissando i limiti dell’utilizzo, come ad esempio nel settore agrario o in quello dei lavori domestici. Il Governo tecnico Monti (2014) ampliò ad una amplia fetta del mercato del lavoro questa opportunità fissando però a 5000€ il limite massimo annuale. Nel 2015 il Jobs Act del Governo Renzi fissò il limite a 7000€ e ampliò lo spettro di utilizzo, estendendolo a 360 gradi.

In questo arco temporale, l’ampliamento dell’utilizzo portò alla proliferazione di pratiche elusive di contratti standard, creando un vero malcontento tra le varie organizzazioni sindacali. Nel complesso però, si è riscontrata una grande utilità, soprattutto in quei settori per cui il voucher era stato ideato all’inizio.
Tra il 2017 e il 2018 sotto la spinta di alcuni sindacati si è progressivamente assistito ad uno stravolgimento dei voucher, di cui viene complicata moltissimo la pratica per l’ottenimento e di fatto vengono disincentivati fino quasi alla scomparsa. Il voucher versione 2017 ha sostanzialmente comportato la rinuncia a utilizzare il contratto di prestazione occasionale, ricorrendo ad altre forme di lavoro o il ritorno al pagamento in nero.
Il Dl Dignità sta dando oggi il colpo di grazia, eliminando tout court il meccanismo.

L’utilità è fuori discussione, nel tempo si è forse persa la mission e la peculiarità di alcuni tipi di lavoro a cui può servire il contratto voucher. Le categorie di lavoro secondo noi sono tre:

<< il settore turistico
in questo settore si denota una grande necessità di forza lavoro in Italia, legata spesso ad un fattore stagionale e uno specifico nell’arco della settimana: il weekend. Pensiamo ad un ristorante in una località turistica di mare. Il personale del fine settimana può essere, in molti casi, anche il doppio di quello messo a monte in un normale giorno feriale.

<< il settore agricolo
Oltre alla stagionalità c’è un fattore di incertezza e legato al clima. Pensiamo a chi ha oliveti e deve sopperire ad una potatura improvvisa derivante da gelo; nel settore agricolo il clima non è un elemento pronosticabile con anticipo e quindi si ha la necessità di avere personale impegnato per poco tempo e celermente.

<< settore domestico
L’utilizzo di personale colf o per l’assistenza agli anziani è un fatture che accomuna moltissime famiglie. Soprattutto nelle grandi città, come conseguenza del fatto che oggi oltre al marito anche la moglie svolge regolarmente attività lavorativa, si ha necessità di avere piccole collaborazioni domestiche o addirittura assistenza con gli anziani dentro la propria abitazione. Assistenza che non per tutti può essere continuativa, per via dei costi alti, e così l’occasionalità diventa una consuetudine.

Quando una società deve programmare il proprio lavoro ha la necessità di avere a disposizione degli strumenti che possano in qualche modo semplificare la vita e l’amministrazione. I voucher hanno questa funzione, ed in questi tre campi andrebbero reinseriti.
Abbiamo molto apprezzato la battaglia che Forza Italia ha fatto in merito e siamo anche consapevoli che quando la Cgil è contro, allora può essere una cosa buona e giusta.

Speriamo solo che l’attuale Governo non freni questa ipotesi, sarebbe un vero dramma per moltissimi lavoratori.