È la nuova terra delle frodi: il vino, quello italiano.

Se da un lato si tocca il record storico di fatturato annuo con 11 miliardi di euro, dall’altro, in maniera direttamente proporzionale, crescono i reati nel settore.
Ce lo dice la Coldiretti, associazione di rappresentanza del settore agricolo, che nell’analizzare i dati positivi relativi al comparto vinicolo con un +3% di export ed un +4% di consumi che hanno fatto registrare il record di cui sopra, ci dice anche che è reale il balzo del 75% di notizie di reato nel 2018.

Zuccheraggio, falsificazione delle etichette, annacquamento, aggiunta irregolare di aromi, commercializzazione di vini liofilizzati on line, vinopirateria. Sono questi i principali reati che le forze dell’ordine contestano e fanno parte di quei 18 mila controlli effettuati dall’ispettorato centrale repressione frodi (ICQRF). Ad essi si aggiungono, per rendere l’idea, ben 194 notizie di reato nel 2018 con il sequestro di 15 milioni di chili di prodotto per un valore pari a 16,3 milioni di euro.
Crescono i guadagni sul vino, cresce il numero delle persone che prova a delinquere.

Esempi di vinopirateria Coldiretti

Inutile dire che serve tolleranza zero. L’impunità sarebbe un vero dramma che porterebbe a conseguenze devastanti a questo settore dell’agroalimentare italiano. La difesa del “Made in Italy” deve avere un’energia pari a quella che i buoni agricoltori impiegano per creare la loro azienda. Il vero problema sta nel fatto che la normativa vigente è ferma, con testi e leggi degli anni ’90.

Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia dichiara:

È indispensabile che l’attività di controllo sia accompagnata da un sistema sanzionatorio più rigido. L’agroalimentare di qualità subisce gli attacchi continui di falsari che attraverso pratiche commerciali scorrette falsano la sana concorrenza sui mercati nazionali e internazionali, ingannano i consumatori e creano un mercato parallelo di ‘falsi made in Puglia’ che vale centinaia di milioni di euro

Parliamo di soldi, parliamo di una ricca economia che tiene in piedi interi pezzi d’Italia. Le forze dell’ordine stanno facendo un lavoro grandioso, ma il legislatore deve creare delle solide basi di appoggio per permettere loro di indagare, per mettere ai giudici di dare giuste ed esemplari condanne, e soprattutto per permettere a chi lavora onestamente di entrare nel mercato e giocarsi le proprie carte secondo un principio di uguaglianza che è sacrosanto e va difeso. Scrive la Coldiretti in un comunicato:

Gli ottimi risultati dell’attività delle forze dell’ordine confermano l’efficacia del sistema di controlli in Italia che vanno però sostenuti con la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900. Un obiettivo sostenuto dalla importante decisione del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di chiedere la collaborazione di Giancarlo Caselli e dell`Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti, proprio per procedere alla revisione delle leggi in materia.

Speriamo che questi dati possano servire a smuove le coscienze (e le agende) della politica. Più tempo passa e più sarà difficile erigere il muro verso la delinquenza.