Partiamo da un presupposto importante: ieri sera il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha utilizzato le emittenti pubbliche per sferrare un attacco non dovuto all’opposizione al suo governo. Questo fatto ha un peso specifico così grande che tutto il resto, anche sommato, non può raggiungere il confronto con una scorrettezza mai vista nella nostra storia repubblicana.
Dunque, ogni ragionamento che faremo in questo post, deve avere come premessa questo fatto. Gravissimo e incancellabile dalla memoria.
Ma perché Conte è arrivato con il viso rosso e lo sguardo cattivo, ad attaccare frontalmente i suoi più duri oppositori?
Il Presidente del Consiglio ha parlato apertamente di fake news, riferendosi al fatto che, ieri mattina, Salvini e Meloni, avevano dato in pasto al popolo della rete la notizia della firma del governo sulla richiesta di accesso al Mes.
Cerchiamo di fare subito chiarezza. Cos’è il Mes?
Il Mes è il meccanismo economico di stabilità che è stato pensato dai vertici europei per far fronte alle difficoltà economiche degli Stati membri. Il ricorso a questo istituto da parte degli Stati è soggetto a delle condizioni molto severe, ispirate al criterio di responsabilità delle politiche pubbliche, decise di volta in volta (a secondo di chi lo richiede) da una sorta di board composto, tra l’altro, da ministri dell’economia dell‘Area Euro.
Conte su questo ha ragione: il ricorso al Mes, questo governo, non lo ha mai chiesto. E nessun governo italiano, fino ad ora, lo ha mai fatto.
L’attacco di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni di ieri mattina, era evitabilissimo. Soprattutto perché, questo governo ha così tanti punti deboli che, di creare fake news, non c’era affatto bisogno.
Bastava ricordare la promessa dei soldi del Covid-19 prima di Pasqua (ahahha), della creazione del debito, della storia dei 400 (finti) miliardi di euro, dei raccolti abbandonati nelle campagne, dell’incapacità di programmare la ripartenza, etc.
Così, invece, si è data la possibilità a Giuseppe Conte, di utilizzare la parola “menzogna” e di farlo a ragion veduta.
Peraltro questa bomba ne hai innescata subito un’altra, relativa al fatto che proprio Salvini e Meloni avessero loro approvato le linee-guida che istituirono il Mes.
Anche qui occorre fare la massima chiarezza e cercare di capire chi ha ragione e chi mente.
Il Mes, per precisare, non è un’invenzione italiana, ma è uno strumento nato alle porte del 2011 in seno all’Europa. Ricordiamolo, il 2011 è un anno disgraziato per la nostra nazione: Gianfranco Fini, Giorgio Napolitano, lo spread… nel 2011 abbiamo varcato la soglia dell’instabilità finanziaria.
L’Europa, molto preoccupata, pensò di istituzionalizzare il meccanismo con cui furono aiutati, mesi indietro, Stati come il Portogallo e l’Irlanda.
Vale la pena sottolineare di nuovo, che l’incertezza in quegli anni e la preoccupazione che l’Europa andasse in default era palpabile nei discorsi dei più importanti leader europei ad ogni Tg. Leader che, data la situazione, decisero di creare il meccanismo di stabilità con condizioni abbastanza severe per gli Stati richiedenti, come già fatto per Portogallo e Irlanda.
I governi di tutti i Paesi accettarono le condizioni, come anche il governo italiano che, nel 2011 deliberò in consiglio dei ministri l’approvazione del Mes. Come poteva non farlo se il suo ministro all’economia faceva parte di quel gruppo che il Mes lo ha inventato?
La storia a seguire la conosciamo tutti: Berlusconi rassegna le sue dimissioni per i colpi di spread, e sale al governo Mario Monti.
Nel 2012, sotto il suo governo, il provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri del Berlusconi IV, passa in Parlamento per l’approvazione con i voti favorevoli del PDL e quel contrari della Lega (che invece l’anno prima in CdM aveva votato a favore).
Dunque, chi ha ragione e chi mente?
In questo caso, usando un gergo calcistico, zero a zero e palla al centro.
Ciò che non riusciamo a capire in tutta questa situazione, sono le continue bugie da parte della politica (tutta, indistintamente) che non riesce a fare mai un’assunzione di responsabilità.
Nella continua rincorsa al gradimento, i partiti sono disposti a rinnegare anche di essere esistiti pur di avere ogni settimana una stabilità in punti percentuali nei sondaggi.
Nel frattempo le bugie marciano spedite sulla rete, senza che vengano minimamente contestualizzate al momento della loro realtà.
Questo va evitato. Da una parte e dall’altra.
Si torni a parlare di presente. E magari di futuro, perché la politica di 10 anni fa, ormai, è acqua passata