La riforma del numero dei parlamentari è il tema all’ordine della settimana. Non si parla altro che della sforbiciata che subiranno entrambe le Camere del Parlamento italiano. Per andare sul concreto, il risultato dopo l’eventuale approvazione sarebbe il seguente:

  • 200 senatori anzichè 315;
  • 400 i deputati dai 630 di oggi.

In totale 345 persone in meno sedute sugli scranni parlamentari di Roma.

Battistoni AgricolturaI partiti sono apparentemente tutti d’accordo (tranne + Europa), nonostante molti distinguo personali. Evidentemente è tanta la paura dei partiti verso i sondaggi. Perché quello del taglio del numero dei parlamentari è sicuramente un argomento su cui l’anticasta va a nozze. Soprattutto per come questa riforma è stata presentata alla pubblica opinione: il grande risparmio. Niente di più falso, perché la riduzione di rappresentatività degli italiani, come ha spiegato ieri il senatore Francesco Battistoni, equivale allo 0,01% del bilancio dello Stato.

Diverso il discorso se si parla di questa mini riforma in ottica di snellimento della “macchina Stato”. Ma anche qui, tutto questo dibattere ci trova poco d’accordo. Perché se rinunciare a 345 onorevoli è sinonimo di un’Italia migliore e più funzionante allora qualcosa non quadra. Un po’ come dire “dobbiamo ristrutturare il nostro casale, iniziamo a mettere a posto le tegole del tetto. Sembra quasi una contraddizione”.

La verità la dice a Tagatà oggi pomeriggio Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia:

…è un provvedimento che ha solo un senso: saziare il mostro dell’anticasta, che però ricordiamocelo, è una bestia insaziabile…

I malpancisti sono tanti, tutti preoccupati di parlare per non finire in mano agli haters, per non finire alla berlina sulla pubblica piazza dei social. E quindi taglio sia, stavolta la pancia ha prevalso sul resto. Ma una scelta popolare come è certamente questa, è veramente giusta?

Intendiamoci… anche noi siamo consapevoli che una sforbiciata andava data. Siamo, l’Italia, la seconda nazione per numero di parlamentari in Europa. Ma se proprio andava presa una strada forse era meglio riformare da subito il bicameralismo perfetto che ancora oggi ci incastra in insaziabili navette in cui lobby e forme di potere sguazzano che è una bellezza. Oppure iniziare l’efficientamento della pubblica amministrazione partendo da una seria lotta agli sprechi (che in Italia sono tantissimi e tutti ben nascosti e difesi).

Scrive la think thanker più famosa d’Italia Elisa Serafini su Facebook:

Non sono contraria a questa misura, però se la volontà è quella di intervenire sulla spesa pubblica la strada è un’altra. Dobbiamo avere il coraggio di rivoluzionare i sistemi di spesa delle partecipate, i criteri sui contributi erogati da Comuni e Regioni, le consulenze, gli incarichi, le spese inutili, le concessioni. Dobbiamo inserire sistemi di trasparenza pubblici e partecipazione all’informazione che permettano ai cittadini di capire quanto e dove vengono spesi i soldi pubblici, soprattutto a livello locale. Oggi è praticamente impossibile accedere ai dati di spesa e contributi degli enti locali.

Aggiungiamo noi: intervenire nei veri centri di potere e burocrazia: le Regioni italiane, magari ripristinando una doverosa dignità territoriale con una nuova seria riforma delle Provincie.

Oggi dunque assisteremo al voto sul “taglia parlamentari” a Montecitorio. Con il Partito Democratico pronto a votare, per la prima volta, a favore di questo provvedimento. Sembrerebbe, infatti, che le ritrosie sulla legge elettorale siano state sotterrate a favore di un mini contrattino che prevede:

  1. La riforma entro dicembre della legge elettorale.
  2. L’equiparazione dell’elettorato attivo e passivo tra camera e senato (18 anni per entrambi) entro il mese di ottobre.
  3. Il riequilibrio delle elezioni regionali per il senato con una migliore ripartizione territoriale.
  4. Il riequilibrio del peso dei consiglieri regionali nel voto per l’elezione del Capo dello Stato.

Siamo tutti in attesa di capire se intanto la nuova legge passa, ma soprattutto se questo governo tiene. Sicuramente traballa.