Nel precedente post vi abbiamo raccontato, per filo e per segno, la mole di bugie e falsità che hanno caratterizzato la vita governativa del MoVimento 5 Stelle, portando i casti e puri ad un trasformismo spinto.

Casti e puri che hanno sempre dato lezioni di moralità agli altri, anche (e specie) nelle nomine governative, definite in ogni occasione e contesto con il termine dispregiativo “lottizzazioni“.

In realtà, di dispregiativo, non dovrebbe esserci nulla; riteniamo, al contrario, che dovrebbero esserci più nomine possibili da parte di chi governa, perché è giusto che la squadra sia di fiducia e legata al mandato. Non fosse chiaro, siamo apertamente per un massiccio spoil system sul sistema americano…

Ma torniamo a noi.

In Italia, il Governo detiene quote societarie in molti asset strategici per il Paese, e come tale (azionista) ha diritto (e dovere) di nominare figure dirigenziali nei consigli di amministrazione o in altri ruoli di management. D’altronde, non perché si è un ente di diritto pubblico, si può rinunciare alla governance.

Al netto della teoria, prima di tornare al tema centrale del il MoVimento 5 Stelle ed il suo trasformismo sfrenato, raccontiamo i fatti di queste ore.

Nel gioco delle nomine di società come Eni, Leonardo e Poste Italiane, c’è una partita aperta tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.

Per quest’ultimo andare al rinnovo delle cariche non è una priorità: ha chiesto la proroga di un anno per ogni nomina o addirittura l’estensione ad un altro mandato automatico. Perché questa scelta? Chiaro, le figure in scadenza di mandato sono state individuate dal Governo Gentiloni e sono tutte di area PD.

Chi ha vita difficile è il MoVimento 5 Stelle che, da un lato deve accelerare il ricambio ai vertici aziendali per accontentare coloro che sono fuori alla porta a battere cassa, dall’altro è alle prese con una serie di faide interne per cui sarebbe meglio non scegliere tra rose di nomi (onde evitare di scontentare alcune correnti).

La discussione interna l’ha aperta senza mezzi termini Alessandro Di Battista, chiedendo che venga fatta opposizione alla richiesta di congelamento della carica di Descalzi come amministratore di Eni da parte del PD. Nella chat dei deputati grillini, il cui contenuto è arrivato nelle mani dell’agenzia di stampa Adnkronos, si legge, tra le altre cose, qualche commento al vetriolo.

un metodo che non porterà a nulla di buono, è un metodo per salvare la faccia e apparire più di altri

riferito proprio a Di Battista.

Nel Movimento 5 Stelle, è rissa.

Ed arriviamo al punto: l’ennesima piroetta dei grillini,

19 ott 2016

In attesa di verificare se Milano e la Lombardia si aggiudicheranno l’assegnazione dell’Ema, l’Ncd brinda alla nomina di Mario Melazzini, attuale presidente dell’Agenzia del farmaco, a direttore generale dell’Aifa. A quanto si apprende il ministro Lorenzin, avrebbe già dato il via libera alla nomina del successore di Luca Pani, confermando così di muoversi secondo logiche che poco hanno a che fare con il diritto alla salute e molto con la spartizione e la lottizzazione

Questa era la nota stampa congiunta dei deputati del m5s in Commissione affari sociali Montecitorio. Ovviamente erano all’opposizione.

Nel 2018 invece, leggevamo sull’autorvole sito labParlamento.it, il commento dei Luigi Di Maio sulla possibilità che il governo Gentiloni potesse fare delle nomine al Cnel

Il leader M5S aveva già detto che le nomine (riferendosi alle partecipate) “non devono cadere nella logica della lottizzazione”, ma “devono essere pensate in un’ottica di sviluppo del Paese

Poi il Movimento 5 Stelle sale al Governo, e dopo due anni si trova di fronte a dover rinnovare una serie di incarichi in scadenza.

Improvvisamente, spariscono termini come lottizzazione, piazzamento, ripescaggio, etc. e vengono sostituiti dalla frase: atti di governo.

Tutto d’un tratto, la rosa dei nomi che inizia a circolare sulla stampa, passa da essere un accozzaglia di trombati della politica, ad un elenco di grandi menti utili all’Italia.

Con queste premesse, alla guida di Eni, il Movimento 5 Stelle propone Lucia Calvosa, simpatizzante grillina, membro del CdA del Fatto Quotidiano.

Questo post può concludersi qui.