Caro Presidente Tajani,

una mano sulla spalla ed un incoraggiamento a prendere in mano un partito che fino a ieri era la forza trainante dell’interno centrodestra. Ti immaginiamo così, insieme a Silvio Berlusconi. Come tra un padre ed un figlio, con le smorfie di chi non può mentire e i gesti di è libero da formalità. Dal 1994 ad oggi il mondo è cambiato, è cambiato più e più volte, e voi due avete contribuito, a chilometri di distanza, a questi cambiamenti. Uno a Roma, l’altro a Bruxelles, uno in mezzo alla politica ed al politichese, l’altro tra funzionari e bandiere a stelle, attraversando momenti difficili e gioie grandi, ma sempre con grande dignità e rispetto degli altri.

Oggi, dopo ventiquattro anni, riparte la tua avventura politica in Italia, dopo anni in cui la tua figura si è internazionalizzata assumendo un aplomb istituzionale che ti ha creato intorno grandi aspettative.

Inutile dire quanto ci aspettiamo da te. L’Italia sarà una prova di maturità, il tuo esame finale prima della laurea. È lo sforzo ultimo da fare per riportare il motore di una macchina ai giusti giri.

Non abbiamo la pretesa che farai tutto e lo farai in fretta, ma confidiamo che la politica di centrodestra torni ad essere a trazione europeista, conscia di poter cambiare un’Europa statica, antiitaliana e poco moderna.

Confidiamo che questa nuova fase si apra al merito, alla sana politica del territorio, alle capacità e alle competenze. Confidiamo che il partito di riferimento del centrodestra si apra verso gli altri, senza paura, senza timori. Si apra ai giovani, a chi non ha mai fatto politica, e anche a quelli che sono scontenti della situazione attuale.

Confidiamo che ci sia l’impegno a comprendere le problematiche di coloro che da anni ormai non votano, e che sono un mondo da capire e con cui parlare. A tal fine confidiamo che si esca dal palazzo, tornando in mezzo alla gente, alle famiglie italiane.

Confidiamo che si inizi ad instaurare una comunicazione a due direzioni: una che spiega e una che ascolta. Una che informa e l’altra che comprende.

Tornare a confrontarsi con il popolo. È la prima mission che dovrai avere ben salda di fronte a te.

Caro Presidente Tajani, i nostri sono solo spunti di riflessione per un approccio nuovo e diverso di cui una parte di Paese si merita. Apri le finestre, sfonda i muri e costruisci una casa di vetro, trasparente, limpida e cristallina.

Buon lavoro dalle Officine della Libertà