Pochi minuti fa è stato approvato in prima lettura al Senato il testo che prevede la riduzione del numero parlamentari. Questi i numeri: da 315 a 200 senatori e da 630 a 400 deputati.

Premettiamo che il dibattito sullo sforbiciare i rami del parlamento non ci appassiona, è però doveroso aprire una parentesi su questo blog nel merito di questa vicenda, che se vista bene ha delle sfaccettature anche pericolose.
Il disegno di legge è stato presentato da Lega e Movimento 5 Stelle in Senato e prevede la modifica gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione italiana. Essendo di natura costituzionale le letture saranno ben quattro ed è previsto, per l’approvazione definitiva, una maggioranza dei 2/3 per ogni ramo del parlamento. In caso contrario si va a referendum.
Condividiamo l’idea di riassettare l’impianto legislativo nazionale perchè abbiamo un assetto obsoleto che va certamente rivisto. Volendo fare un esempio il potere legislativo italiano è una casa molto vecchia con cui non puoi pensare di porti sul mercato (della risoluzione dei problemi del Paese) perché l’immobile andrebbe demolito e ricostruito. Le risposte ai cittadini oggi arrivano lente e arrivano male.

Ma c’è un però. Qualsiasi individuo che volesse ricostruire la propria abitazione, non si mette a cambiare le tegole del tetto o verniciare la facciata o peggio ancora rifare le suppellettili. Se si deve “cambiare” si comincia dalle fondamenta e se non si vuole demolire tout court, si fa un piano antisismico e si rinforzano le pareti e le fondamenta. Queste le prime cose.

Allora ci domandiamo, perché il proprietario attuale di casa vuole partire al contrario?
Facile, perché se mettiamo una mano sulla fronte per ripararci dal sole e guardiamo l’orizzonte dell’agenda politica appare una scritta: EUROPEE 2019.

E così, siccome il governo attuale sta portando a casa una serie di fallimenti in consecutio, ha deciso di tirare un tozzo di pane (per dirlo alla Ignazio La Russa) al popolo: le teste di molti parlamentari.
Già, perché il governo sta accumulando ogni giorno di più dissidi e dissapori interni ed esterni.

Pensiamo alla Tav: M5s per il no, Lega per sì, non c’è traccia in parlamento dell’analisi costi benefici ma nel contempo la Francia la sta già valutando. Ergo: caos totale.

La tassazione. Dalle stime di tutte le associazioni di categoria emerge che le tasse non solo non diminuiranno per l’anno corrente, ma saranno alzate per via di una serie di riflessi oggettivi che la manovra 2018 porta con se.

La libertà. Si, proprio questa cari lettori. Perché la storia del Venezuela è lampante. Salvini si dice contro Maduro, ma non il Movimento che, influenzato dal nuovo Che Guevara Di Battista, preferisce non pronunciarsi. E così mentre tutti i paesi d’Europa chiedono nuove elezioni democratiche, il governo italiano tace. Nell’imbarazzo generale di mezzo mondo.

Il Governo deve riconoscere subito il Presidente ad-interim del Venezuela Guaidó

Il Governo deve riconoscere subito il Presidente ad-interim del Venezuela GuaidóNon c’è più tempo da perdere, bisogna agire in fretta per riportare libertà e democrazia in Venezuela. Non possiamo non ascoltare il grido di dolore che arriva da questo paese per noi fratello, dove vive una delle più grandi comunità di italiani al mondo.Il Governo italiano deve riconoscere come legittimo presidente ad-interim del Venezuela Juan Guaidó, Presidente dell’Assemblea Nazionale, in base alla Costituzione della Repubblica del Venezuela, come ha già fatto la stragrande maggioranza dei paesi europei.Sono rimasto profondamente dispiaciuto quando le forze politiche che sostengono il Governo del nostro Paese non hanno avuto il coraggio di schierarsi contro Maduro, ma si sono astenuti insieme ad una parte dei parlamentari del partito democratico. L’Italia così non ha permesso all’Unione europea di riconoscere Guaidó come Presidente ad-interim e non ha risposto all’appello del Parlamento europeo, che è stata la prima istituzione a riconoscere Guaidó, dopo aver dato il premio Sakharov lo scorso anno alle opposizioni venezuelane e dopo aver adottato nove risoluzioni su questo paese durante l’attuale mandato.Maduro da anni affama il popolo venezuelano, violando continuamente i diritti umani, rendendosi responsabile di uccisioni, arresti arbitrari, violenze e torture in carcere. Mentre cerca la mediazione del Santo Padre per cercare di resistere al potere, Maduro manda i suoi militari a chiudere il ponte, al confine con la Colombia, che avrebbe dovuto essere utilizzato per inviare aiuti umanitari. In un paese dove scarseggiano cibo e medicine, questo vuol dire lasciar morire i propri cittadini, comprese molte donne e bambini!La misura è colma. Nessuno vuole una conclusione violenta dell’esperienza di Maduro, ma il tempo delle mediazioni è scaduto. Non vogliamo ingerenze esterne in Venezuela ma soltanto che i venezuelani possano votare liberamente nel loro paese per scegliere il loro prossimo Presidente. Maduro non è il legittimo presidente del Venezuela. Il suo mandato è scaduto lo scorso 10 gennaio. Le elezioni di maggio 2018 sono state una farsa, denunciata da tutta la comunità internazionale. L’Unica istituzione legittimamente eletta con regolari elezioni nel 2015, è l’Assemblea Nazionale.Non è più una questione di partiti ma di libertà, democrazia e rispetto dei diritti umani. Quando ci sono bambini che muoio di fame o che non possono essere curati non ci possono essere né destra e sinistra, né sovranisti o non sovranisti, né progressisti o conservatori.Il Venezuela ha bisogno di noi. Da Presidente del Parlamento europeo, da parlamentare europeo di Forza Italia e da cittadino italiano, farò tutto quello che è in mio potere affinché in Venezuela tornino finalmente la democrazia e la libertà. Anche l’Italia deve schierarsi subito dalla parte dei cittadini e del rispetto dei diritti umani!

Pubblicato da Antonio Tajani su Mercoledì 6 febbraio 2019

Le trivelle ed i termo-valorizzatori. Con la Lega a favore e il M5S contrario. Tutto in un Dl, quello delle “semplificazioni”, che ha creato un parapiglia generale nella maggioranza.

La Regia del Governo, affidata ad un certo Casaleggio, non è una regia stupida, ma altresì vigile ed attenta. Sondaggi in picchiata, leader a basso gradimento, una sola soluzione: dare in pasto agli italiani quei maledetti (parlamentari).

Che poi, come abbiamo detto in premessa, non siamo contrari ad una rimodulazione generale, che veda coinvolta l’infrastruttura generale delle due camere, partendo dal lavoro delle commissioni parlamentari e dai lavori d’aula per finire sì al numero dei parlamentari e la distribuzione dei collegi.

Oltre a ciò esiste anche un vero e serio pericolo per la democrazia perché, soprattutto il Movimento 5 Stelle, nel corso del solo ultimo anno si è espresso in maniera molto ambigua sul parlamento e la democrazia in generale.

Nel giugno 2018 Grillo propose di estrarre a sorte i parlamentari.

Nel Luglio 2018, appena un mese dopo, anche Casaleggio ha buttato benzina sul fuoco, sostenendo che il Parlamento può essere superato

Ma oltre a queste battute sono le marchette elettorali ci preoccupano. Perché di pesci è pieno l’acquario. Di pesci fessi.