Doveva essere l’anno dell’ingresso a scuola previa vaccinazione. L’anno zero del morbillo deve essere invece rimandato.
Con un emendamento al milleproroghe in corso di votazione in Parlamento, una delle tre sanzioni previste per la non vaccinazione, ovvero quella sulla certificazione, verrà meno. Di fatto chi non ha una carta Asl che certifica la vaccinazione del proprio figlio, non sarà più inammissibile a scuola.
Da qui il putiferio.
I primi a dare l’allarme sono stati alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle: Elena Fattori, Fabiola Bologna, ma soprattutto Giorgio Trizzino che scrive sulla sua pagina fb:
Non si pensi che il mio silenzio sul tema dei vaccini sia da attribuire ad una posizione consenziente rispetto alle tesi ambigue sull’obbligo vaccinale. Chiarisco subito che in questa prima fase ho voluto comprendere la reale posizione del M5S, del nostro gruppo in Commissione e del ministro…Prima di qualsiasi vincolo sociale bisogna che venga rispettato l’obbligo alla tutela della salute propria ed altrui. Quindi non si ritenga che per garantire l’accesso agli asili nido ed alle scuole materne si possa immaginare qualsiasi forma di deroga sull’obbligo a vaccinare i bambini. O che si ritengano inutili le vaccinazioni in età neonatale. O che con la scusa di una ‘corretta informazione’ sia ipotizzabile una qualsiasi forma di deroga sul tema dell’obbligo vaccinale”. Il deputato Cinquestelle ricorda di lavorare “da quasi 40 anni in un ospedale pediatrico”: “Ho visto bambini morire a causa di morbillo, meningite ecc, ma non ho mai visto bambini perdere la vita a causa di complicanze post vacciniche. Il mio ruolo di direttore sanitario e di igienista mi impone di avere una posizione chiara sul tema ed è quello che farò senza equivoci o fraintendimenti. Sono convinto comunque della necessità di un confronto aperto da cui generare future posizioni condivise e pubbliche e pertanto condivido in pieno la posizione della senatrice Fattori“.
Ma i tre parlamentari pentastellati non sono gli unici a difendere il fattore scientifico. Con loro c’è anche l’opposizione tutta e soprattutto i vertici delle istituzioni locali, quei presidenti di Regione che hanno fatto a gara (tranne rare eccezioni) a manifestare il proprio dissenso verso questa decisione. Il più battagliero di tutti è stato l’ex sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca che come risposta ha promesso di escludere coloro che non certificheranno le vaccinazioni obbligatorie dall’ottenere finanziamenti per l’ingresso agli asili nido. Le Regioni italiane sono pronte ad azioni eclatanti: “Impugneremo il ricorso“, promette battaglia il governatore calabrese Mario Oliviero.
E poi c’è l’ordine dei medici, che tramite le parole del suo presidente dott. Filippo Anelli lancia un vero e proprio appello:
“No al rinvio di un anno dell’obbligo di presentare i certificati vaccinali per l’iscrizione alla scuola dell’infanzia e ai nidi. Lanciamo un appello al parlamento perché rispetti la scienza. L’emendamento non risponde all’evidenza scientifica circa la necessità delle vaccinazioni”.
Dopo questa tempesta politica, prima vera bagarre dall’insediamento del Governo ad oggi, ci siamo fatti un’idea ed il dibattito ci lascia abbastanza affranti. La parola che molti esponenti politici no vax si mettono in bocca è “libertà“, un vocabolo al quale siamo molto attaccati e che dà il nome anche alla nostra associazione. Ma la libertà individuale deve agire nel pieno rispetto degli altri. Quando questa libertà lede la libertà degli altri, inizia ad essere una libertà unilaterale, una libertà che soffoca la vita delle altre persone. Nel caso dei vaccini lo Stato deve fare lo Stato, deve decidere per conto di tutti. L’Italia ha bisogno di poche regole ma giuste. La vaccinazione obbligatoria non è una scelta che riguarda solo una manciata di famiglie, ma riguarda tutte le altre, quelle dei bambini che stanno a contatto nelle aule comuni, negli androni e le palestre scolastiche. In questi ambienti, dove la diffusione di batteri è velocissima e all’ordine del giorno (pensiamo ai raffreddori o ai pidocchi), lo Stato deve decidere per il più debole, ovvero per coloro che per ragioni di salute non possono vaccinarsi e che sono esposti a forte rischio di contagio. Ci ha molto colpito, al riguardo, l’intervista di una mamma che parla del problema della figlia immunodepressa; la sua paura di andare a scuola o in un qualsiasi spazio pubblico, la paura che la figlia abbracci un’amichetta o stringa la mano di un suo coetaneo è tutta espressa in questo passaggio:
“La scuola dove è iscritta Viola ha una sola classe di primo anno, con 35 bambini. Che succede nel nostro caso? Non ci possono mica muovere. E se con lei ci sono 5 o 6 compagni non vaccinati dove la mettono viola?… Per questo serve l’immunità di gregge. Per questo vanno estese le coperture: per proteggere la società, quella di cui fa parte mia figlia…”
L’Italia conta 8 morti di morbillo dal 2017 ad oggi e 7000 casi di contagio (siamo quarti in classifica mondiale). In Inghilterra il morbillo è considerato una vera e propria “emergenza nazionale” dall’Agenzia governativa Public Health England. Nel complesso Europeo il morbillo sta registrando diversi focolai e a preoccupare sono soprattutto le situazioni di quattro Paesi: Romania, Francia, Grecia e Italia; Stati dove si è registrato il più alto numero di casi di morbillo dall’inizio del 2018.
Fa specie che un paese come il nostro, che ha dato i natali a personaggi rivoluzionari per la scienza ed il progresso come Galilei, Marconi, Volta, Fermi, Leonardo, Meucci, Canizzaro e tantissimi altri, si dimostri così sottosviluppato culturalmente.
Non ce ne stiamo neanche della posizione della Lega: “quando si parla di coercizione si rischia di ottenere il risultato opposto” ha dichiarato a La Verità Max Fedriga (Governatore Friuli Venezia giulia). In una materia così delicata, non possiamo lasciare margini di discrezionalità alle famiglie, è veramente troppo pericoloso. Piuttosto servirebbe una campagna verità da parte delle istituzioni politiche ma anche mediche. Non possiamo aspettare un altro morto per acclarare la nefandezza di questo provvedimento e di questa posizione veramente incredibile del governo.
Potrebbe essere troppo tardi.