Questa mattina sono stati pubblicati i dati del “Rapporto Immigrazione” CEI-CARITAS.
Ci sembrava opportuno condividere qui alcune statistiche interessanti per capire un fenomeno molto dibattuto. E ci sembra giusto farlo lasciando libera interpretazione ad ognuno, senza commentare ed indirizzare il pensiero di ognuno di voi.
Nel 2019, in Europa, sono stati censiti 82 milioni di migranti, che rispetto al censimento del 2015 (75 milioni circa) sono più del 10%.
Il rapporto distingue anche i migranti per Stato di destinazione. In termini assoluti, la classifica è quella che segue: Germania al primo posto con più di 13 milioni di migranti, seguita dal Regno Unito con meno di 10 milioni, poi Francia con 8 milioni. L’Italia è quinta con circa 5 milioni di migranti. In termini relativi invece, ovvero in rapporto alla popolazione autoctona, è la Svizzera ad avere il primato, con il 30% di migranti rispetto alla popolazione; seguono la Svezia e l’Austria con il 20%, ed il Belgio con il 17%.
In Europa, nel 2019, sono stati rilasciati 3,2 milioni di permessi di soggiorno. Il 28% di essi per motivi familiari, il 27% per motivi di studio, il 20% per motivi di lavoro e il 24 altri motivi, tipo la protezione internazionale.
In Italia? Come vanno le cose? Secondo i dati presi dal Viminale, i permessi di soggiorno validi in Italia al primo gennaio 2020 sono 3,5 milioni. Il 61% risiedono nel Nord Italia, il 24 al Centro, l’11 al Sud e solo il 4% nelle Isole. I cinque Paesi di provenienza prevalenti fra i titolari di permesso di soggiorno sono: Marocco (400 mila cittadini), Albania (390 mila), Cina (289 mila), Ucraina (227 mila) e India (160 mila). I motivi della richiesta di soggiorno sono: familiari (48.6%), lavorativi (41,6%), asilo e protezione (6%) ed infine motivi di studio (2%). I permessi a lunga scadenza sono maggioritari (62%) rispetto ai permessi di breve durata (38%).
Secondo l’Istat, invece, i cittadini stranieri residenti in Italia sono 5,3 milioni, sia comunitari che extra-comunitari. I rumeni rappresentano la quota parte maggiore con 1,2 milioni di persone. Il “Rapporto Immigrazione” ci dice che in Italia ci sono 2,5 milioni di lavoratori stranieri, che rappresentano il 10% degli occupati sul territorio nazionale. Tra di essi, l’87% ha sottoscritto un contratto per lavoro dipendente; così suddiviso: 642 mila impiegati nei servizi alla persona o servizi collettivi, 466 mila nell’industria, 263 mila nell’Horeca, 260 mila nel commercio e 235 mila nell’edilizia. La retribuzione media annua di un lavoratore straniero in Italia è di 14.287€, mentre quella di un lavoratore italiano è di 21.927€ (valori assoluti e non relativi a stesse tipologie di contratto). Il 34,9% dei cittadini stranieri sono, invece, inoccupati, un dato superiore alla media europea (30,2%).
Il “Rapporto immigrazione” ha fatto luce sulle carceri evidenziando che su una popolazione carceraria di 61 mila detenuti, ci sono circa 20 mila cittadini stranieri, ovvero il 32% del totale.
CEI- CARITAS hanno analizzato anche il tema della scuola. Nell’anno scolastico 2018-19 ci sono state meno iscrizioni di alunni italiani (-1,3% rispetto all’anno precedente) e più iscrizioni di alunni stranieri (+1,9%). Oggi gli scolari stranieri rappresentano il 10% del totale.
Numeri interessanti che dovrebbero aprire una seria ed attenta analisi politica all’interno delle maggiori istituzioni dello Stato.