Immaginiamo, soltanto per un attimo, che il presidente del Consiglio questa mattina si chiamasse Silvio Berlusconi, e che lui, con la sua maggioranza, ieri sera in Senato, avesse ottenuto 156 voti non raggiungendo la maggioranza assoluta a Palazzo Madama, fissata a 161.
Ecco, per un solo istante calatevi nel clima che questa mattina avremmo respirato.
Avremmo avuto prime pagina non di cronaca parlamentare, ma i maggiori editorialisti avrebbero fatto il processo alla democrazia distorta, spiegando le ragioni del voto anticipato e dell’insuccesso della fiducia mancata. Non solo, perché questa mattina i talk show ci avrebbero raccontato tutti i più fantasiosi retroscena sulla compravendita (comunque mancata) di alcuni senatori, avrebbero crocifisso questi parlamentari con schede illustrative dove si sarebbe messo in luce un passato poco glorioso (o quantomeno inesistente dal punto di vista politico), forse avremmo avuto anche qualche documento recante le rate dei mutui mensili degli “ir”responsabili. Il Partito Democratico e Leu avrebbero organizzato girotondi in mascherina (e ben distanziati, ne siamo convinti) e le sardine (a proposito, dove sono le Sardine?) sarebbero riapparse dal torpore che le ha inghiottite facendo la scarpetta.
Qualcuno della maggioranza, si sarebbe posto anche un dubbio sui numeri e Berlusconi, probabilmente,sarebbe stato tirato dalla giacchetta, come si suol dire, anche dai suoi. Non vi parliamo dei grillini, perché il loro grido di purezza avrebbe fatto invidia a tutte le réclame del bucato.
Insomma, il film sarebbe stato un altro rispetto a quello attuale.
La coerenza dunque, quel valore simbolo della politica fatta di concretezza e risolutezza, quel sentimento che dovrebbe essere innato e venire prima della competenza, dell’onestà e della dedizione, che funge da collante ad ogni aspetto della vita politica di un soggetto con funzioni pubbliche.
La coerenza non fa parte di questo parlamento. Qui si viaggia a vento, secondo correnti e previsioni giornaliere. E dunque il Partito Democratico, ed ancor di più il Movimento 5 Stelle si sono rimangiati tutto ciò che fino a qualche anno fa sostenevano.
Pierluigi Bersani su tutti:
Ma anche Luigi Di Mario, ed il vecchio mercato delle vacche:
Persino Giuseppe Conte, in due anni e mezzo di politica ha cestinato la coerenza dal suo atteggiamento
Che cosa succederà domani non lo sapremo, ma cosa non succederà ci sembra un dato di fatto: nessuno sarà coerente. Per cui, non ascoltate dichiarazioni, agenzie, interviste. Contano niente.