Uno dei primi provvedimenti che il governo si troverà di fronte è il Dl Clima. Un provvedimento che il ministro per l’ambiente Sergio Costa è andato a sbandierare oltreoceano in occasione del Summit mondiale per il clima.
Mentre immaginiamo le pacche sulle spalle che Costa si prenderà negli States, in Italia le cose non vanno troppo bene. L’articolo 6 del dl infatti, a proposito dei sussidi ambientali, ha scatenato le proteste di tutte le sigle delle associazioni di agricoltori.
Art. 6 (Riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi)
1. A partire dall’anno 2020, le spese fiscali dannose per l’ambiente indicate nel Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi istituito presso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ai sensi dell’articolo 68 della legge 28 dicembre 2015, n. 221, sono ridotte nella misura almeno pari al 10 per cento annuo a partire dal 2020 sino al loro progressivo annullamento entro il 2040.
2. All’individuazione dei sussidi ai sensi del comma 1 si provvede in sede di legge di bilancio annuale e i relativi importi sono destinati, nella misura del 50 per cento, a uno specifico fondo istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze per il finanziamento di interventi in materia ambientale, con priorità alla revisione dei sussidi ambientalmente favorevoli, alla diffusione e innovazione delle tecnologie e dei prodotti a basso contenuto di carbonio e al finanziamento di modelli di produzione e consumo sostenibili.
3. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, si provvede annualmente al riparto del fondo di cui al comma 2 secondo le finalità ivi indicate.”
Ad essere in prima linea è la Coldiretti, preoccupatissima della delocalizzazione della produzione:
L’aumento dei costi del carburante costringerebbe semplicemente molti pescatori, agricoltori e allevatori a chiudere la propria attività con un devastante impatto ambientale soprattutto nelle aree interne più difficili. Il risultato sarebbe solo la delocalizzazione delle fonti di approvvigionamento alimentare con un enorme costo ambientale legato all’aumento dei trasporti inquinanti su gomma dall’estero.
Il Ministro Costa, nel percepire il clima pesante che si stava levando, ha provato a smorzare i toni e a mediare:
Sto leggendo di tantissime preoccupazioni da parte di alcuni settori produttivi ma sono infondate. Temono tutti l’articolo 6 sulla “Riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi” che corrispondono a oltre 19 miliardi di euro che lo Stato paga e sono centinaia.
Trovate dove c’è scritto più tasse, o agricoltura penalizzata. Gli agricoltori sono i nostri primi alleati per la tutela dell’ambiente. La proposta è di fare un taglio costante negli anni, da qui al 2040, graduale. E proprio questi settori saranno invece incentivati con sussidi ambientalmente favorevoli così che li aiutiamo a produrre tutelando l’ambiente. A costo zero.
Capisco che rivoluzionare il paradigma economico e ambientale dell’Italia possa spaventare, ma nessuno resterà indietro e con le necessarie limature frutto di un confronto laico tra i ministeri riusciremo a far approvare il miglior provvedimento possibile.
Una contorta giustificazione che non capiamo bene cosa stia a significare. Come non comprendiamo il provvedimento che da un lato è ideologicamente plausibile ed auspicabile ma dall’altro non offre alcuna garanzia o progetto concreto per superare i comportamenti inquinanti incriminati. Non solo perché un provvedimento del genere non fa danni solo nella sua applicazione, ma li sta già facendo nella sua annunciazione, in quanto la perplessità del settore sta generando un diffuso e preoccupato allarme preventivo. Comprensibile…
Di fatto si tende a togliere una tipologia di carburante senza offrire una alternativa percorribile, come fosse colpa degli agricoltori se chi sviluppa le macchie agricole non ha mai investito in tecnologie alternative per spingere i motori dei trattori in campagna.
Tempi duri per l’agricoltura.