Aprire i maggiori quotidiani on-line e leggere le notizie di cronaca è un evento sempre spiacevole. Lo è ancor di più questa mattina quando sulle colonne della cronaca pesano tre notizie difficilissime da digerire.
Ricordate Doina Matei? La ragazza che tirò un’ombrellata sulla banchina della metropolitana di Roma ad una ragazza italiana di 26 anni, Vanessa Russo, uccidendola.
Beh a Dorina Matei, romena, è stata concessa la libertà. Ieri è arrivato per lei il “fine pena”.
Il Corriere della Sera, che ha avuto modo di leggere le carte, ha calcolato che ogni sei mesi di carcere Dorina ha ottenuto 45 giorni di sconto della pena. Ciò significa che la condanna le è stata ridotta del 24%, un quarto. Peraltro è giusto ricordare che la Matei era già in semilibertà.
In carcere dal 2007, sarà libertà nel 2019, 12 anni per una persona che con un ombrello ha perforato il cranio di una giovanissima ragazza che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Altro fatto tragico. Stavolta accaduto a Lecco. Edlira Copa era la madre di tre bambine che la notte dell’8 marzo 2014 prese a coltellate. Corpi dilaniati da decine di colpi e per le tre bambine nessuno scampo.
La signora Edlira, assolta per vizio di mente, era stata comunque condannata a dieci anni da scontare in una struttura psichiatrico giudiziaria.
Oggi, a detta del prevosto, Edlira “è cambiata, ha preso coscienza del suo gesto. Può sembrare difficile da comprendere…. Si è convertita al Cristianesimo, ha ricevuto il battesimo e gli altri sacramenti. Ha intrapreso un cammino non ancora concluso”.
Fatto sta che la Copa ora è in semilibertà, a cinque anni di distanza dall’uccisione delle tre figlie di 13, 10 e 3 anni.
Ma questa triste mattinata del 26 giugno non è ancora finita perchè navigando su internet c’è tempo per un’altra aberrante notizia. Un 51enne, che ha abusato di una ragazza di 13 anni, non andrà in galera.
“… ho capito che grazie al patteggiamento non avrebbe fatto nemmeno un giorno di prigione e ora potrà continuare a ridermi in faccia. La verità è semplice: noi vittime non contiamo niente. Oggi chi mi ha fatto del male passa davanti casa mia e ride, mentre io ho paura di uscire. Alla fine ha vinto lui”. Queste le parole di resa per la giovane ragazza (oggi 15 anni) vittima di violenza sessuale. Il patteggiamento ha infatti fatto calare la pena da 7 anni e 6 mesi a 30 mesi. Salvo poi una ulteriore riduzione a 20 mesi con la sospensione condizionale. Tradotto: per lo stupratore niente galera.
La nostra mente in questo momento va alle vittime di questi reati, alle famiglie, agli amici che di riflesso hanno sofferto e continuano a soffrire. Questa mattina è una lettura di sconfitte. Senza lieto fine.