“Quando tuona da qualche parte piove”. Quante volte i nostri genitori ci hanno ripetuto questo detto rimproverandoci di nascondere qualcosa? Un detto che oggi possiamo benissimo riutilizzare per parlare della crisi che sta attraversando il governo. Perché, nonostante gli sforzi per dire e dimostrare che tutto fila liscio, i tuoni sono belli evidenti, e se ci mettiamo ad osservare con uno sguardo attento possiamo intravedere anche dei fulmini. D’altronde i nostri genitori avevano ragione, pioveva sempre.

Tutto nasce poche ore prima della notte delle streghe, con alcuni mal di pancia pubblici di esponenti di spicco del Movimento e con la Casaleggio & co. pronta a dar vita alla santa inquisizione la notte di Halloween.
I primi tuoni sono stati quella della senatrice Elena Fattori del M5S, che è vicepresidente della commissione agricoltura di Palazzo Madama. La Fattori scrive un pesantissimo articolo sul Blog di HuffPostItalia, immaginando in prima persona una campagna elettorale retroattiva:

“Il Movimento 5 stelle non fa alleanze, ma noi cambieremo il termine, ci alleeremo con la Lega e chiameremo questa alleanza “Contratto”. Ricordate la bella presentazione dei ministri 5 stelle che vi avevamo chiesto di votare? Perché il Movimento presenta la sua squadra prima delle elezioni così il popolo può scegliere i suoi ministri. Ecco, non c’entra niente con la squadra di governo che verrà, ma voi non ci farete troppo caso. Avremo un presidente del Consiglio non eletto dal popolo a voi totalmente sconosciuto, come ministro dell’Interno Matteo Salvini, e un ministro della Famiglia “tradizionale” forse un po’ omofobo, ma pazienza. Poi diremo sì alla Tap, si all’Ilva, valuteremo costi/benefici per decidere sulla Tav e anche sul Ceta ci ragioneremo. Faremo un condono fiscale e uno edilizio. Ed eleggeremo come presidente del Senato una berlusconiana doc.
Per quanto riguarda il tema migranti scordatevi il saggio piano 5 stelle di accordi con i paesi di provenienza, lo smantellamento dei grandi e orribili centri di accoglienza che generano conflitti sociali e disagi per i cittadini. Chi invocherà il rispetto del programma 5 stelle rischierà sanzioni e persino di essere espulso per non contrariare l’alleato Salvini”.
Mi avrebbero preso per folle o per lo meno mi avrebbero rincorso con torce e forconi.

“Se tuona da qualche parte piove”. A questo punto Di Maio ha subito convocato una riunione interna, una sorta di grande inquisizione contro chi si opponeva al modus operandi della maggioranza. Ma, nonostante la speranza di incutere timore, i vari dissidenti a cinque stelle non solo hanno ribadito la contrarietà su alcuni argomenti della manovrm, ma hanno rincarato la dose.

Elena Fattori:

Se devono espellermi che lo facciano subito. Non voglio stare in agonia troppo, anche perché continuano ad arrivarmi minacce di morte. Voglio bene a Luigi, ma il problema è Salvini. Stiamo facendo il mercato delle vacche, il decreto dignità a noi, il decreto sicurezza a loro. Ma non si fa così, bisogna trovare punti d’incontro

Paola Nugnes:

Comunista io? Sono loro i bolscevichi. Andarmene? Mai. Il movimento c’est moi.

Gregorio DeFalco:

Luigi mi ha chiesto di salvare il governo. Ma io rimango libero

Così il Movimento Cinque Stelle ha rinviato la riunione a data da destinarsi. E tutto rigorosamente senza telecamere, sia chiaro (lontani i tempi degli incontri con Bersani eh…).

“Se tuona da qualche parte piove” si diceva. E così nella partita è entrata anche la Lega, con il potentissimo sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti, che alla presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa, il 2 Novembre ha detto:

Il reddito di cittadinanza ha complicazioni attuative non indifferenti. Se riuscirà a produrre posti di lavoro, bene. Altrimenti resterà un provvedimento fine a se stesso

A questo punto dato che  “se tuona da qualche parte piove“, il ministro Di Maio si è sentito in dovere di lanciare una saetta verso la Lega. E di farlo dalle colonne di uno di quei giornali che gli fanno schifo, il Corriere della Sera:

Siamo stati sempre chiari. Esiste un contratto e va rispettato da entrambe le parti.

“Se tuona da qualche piove”. Arriva il 3 Novembre e tocca prima al presidente della Commissione Giustizia di Montecitorio, l’avv. Giulia Bongiorno, attacare dai microfoni di Maria Latella a Skytg24:

Bloccare la prescrizione dopo il primo grado di giudizio significa mettere una bomba atomica nel processo penale e io questa cosa non posso accettarla e non posso non segnalarla… Ciò che è dentro al contratto va attuato. Ma questo è un emendamento, è una novità dell’ultima ora e sono molto preoccupata, perché bloccherebbe il sistema. Non ci sarebbero più Appello e Cassazione. Mi sono battuta anche al tempo del Governo Berlusconi, non ho un’ideologia, così come non mi andava bene quella breve, così non mi va bene di cancellare la prescrizione, che ha una sua etica, perché lo Stato dice a un imputato, io ti processo, ma entro 7 anni, perché non possiamo tenere un imputato ostaggio per sempre, anche se colpevole

Valle a dare torto…. E poi sul finire di giornata arriva anche l’attacco, sempre dalla Lega, del Sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri:

Non c’è una problema nel governo ma è evidente che con il provvedimento così come viene presentato c’è una frattura tra il nord e il sud del Paese

Secondo il Sottosegretario non c’è nessun problema nel governo, ma come dicevamo: “se tuona da qualche parte piove”, anzi a questo punto grandina.