Il nuovo Governo Conte atto II inizia nel peggiore dei modi, ovvero sotto la grande pressione europea per un Def che farà tremare le gambe a molti italiani. Alcuni di loro hanno già iniziato e sono i lavoratori autonomi finiti sotto la lente di ingrandimento per l’evasione fiscale. Ebbene sì, il governo Conte II vuole scongiurare l’aumento dell’Iva recuperando risorse dall’evasione dei piccoli imprenditori locali. E lo fa con un’azione quantomeno bizzarra: disincentivando il contante.
Precisiamo subito che non siamo contrari all’utilizzo del bancomat: non avremmo problemi ad usarlo anche per pagare un caffè; ma quello che ci preoccupa è che il governo non ha minimamente considerato un gravissimo problema: quello delle commissioni e dei Pos per le transazioni. Un po’ di numeri:
- Il Pos è lo strumento che permette agli esercenti di effettuare i pagamenti con carte elettroniche ed ha un costo di installazione che viene fatta a domicilio da un tecnico.
- Il Pos ha un canone mensile per il comodato d’uso.
- Ci sono poi i costi fissi a transazione. Questo dipende dai singoli istituti bancari ma il costo non supera a transazione i 10 centesimi (che comunque per un caffè equivale al 10%).
- Poi c’è la percentuale sulla transazione, ovvero la commissione che il commerciante paga sul valore transato. I valori dipendono dal circuito della carta (Visa, American Express, Diners) e dalla tipologia (debito, credito, business, etc)
- Secondo l’osservatorio di Assofin ad oggi i pagamenti con carta di credito rappresentano circa il 35% della spesa delle famiglie. Siamo al 24esimo posto in Europa (su 28 Stati).
- In Italia il contante in circolo rappresenta l’11,6% del Pil (in Germania per intenderci è al 9,4%).
Questi dati compongono il quadro in cui si muove una singola strisciata. Per fortuna che la Cgia di Mestre ancora una volta è intervenuta a difesa di coloro che vengono considerati ladri a prescindere: i lavoratori autonomi. Ci teniamo anche noi a chiarire un concetto: un esercente non è un furbetto a prescindere, anzi. A prescindere è soltanto vessato da una tassazione infame al limite dello strozzinaggio se si considera che alcuni studi la danno al 70%.
La Cgia di Mestre propone che all’incentivazione della moneta elettronica corrisponda uno sgravio di tasse per chi vende il prodotto.
Se il governo riuscirà a imporre l’azzeramento dei costi di commissione, almeno per i pagamenti fino a 30 euro, siamo certi che i micro imprenditori non potranno che agevolare le transazioni con la moneta elettronica.
I costi per mantenere il servizio Pos sono tra i più alti in Europa, e se dovessero rimanere così sarebbe chiara la volontà del governo di aumentare ancora di più la tassazione per i lavoratori in proprio.
E’ tutto veramente strano perchè si pensa a come incentivare l’utilizzo di questo strumento cercando soluzioni per chi arriva al banco della vendita e non si pensa minimamente a tutelare chi sta dietro la cassa.
Rimborso del 2% delle transazioni effettuate con sistema cashback, condizionare le detrazioni irpef al pagamento di beni e servizi attraverso sistemi tracciabili, modulare le aliquote iva a seconda che si paghi in contanti o con carta. Ecco le soluzioni in fase di studio dal governo per gli acquirenti a fronte di zero soluzioni per gli esercenti. Come al solito lasciati soli dalle istituzioni.
Poi si lamentano dell’evasione…