Nei giorni (sciagurati ahinoi) in cui il Governo Conte Bis chiede la fiducia alle Camere, si apre un fronte nuovo e netto sulla libertà di pensiero sui social network. Casapound è stata oscurata sia su Facebook che su Instagram, entrambi di proprietà della società di Mark Zuckerberg. Via i profili del movimento politico, via anche le pagine pubbliche degli esponenti più importanti e rappresentativi di estrema destra come Gianluca Iannone, Simone Di Stefano e Roberto Fiore di Forza Nuova.

Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram. Per questo motivo abbiamo una policy sulle persone e sulle organizzazioni pericolose, che vieta a coloro che sono impegnati nell’”odio organizzato” di utilizzare i nostri servizi.
Candidati e partiti politici, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia. Gli account che abbiamo rimosso oggi violano questa policy e non potranno più essere presenti su Facebook o Instagram

È ciò che fa sapere una portavoce di Facebook Italia a seguito della cancellazione d’ufficio dei profili incriminati.

Non è una questione di poco conto, è un accadimento piuttosto serio che merita la massima attenzione.

Noi non siamo fascisti, non siamo né simpatizzanti né sostenitori di Forza Nuova o Casapound. Ci poniamo anzi in maniera critica verso tutto ciò che essi in queste recenti campagne elettorali hanno proposto o promosso. Ma la Libertà, quella con la lettera grande, è un valore imprescindibile per ogni democrazia, la Libertà è un elemento fondante della nostra società, la Libertà è un tassello fondamentale della nostra cultura di pensiero. E allo stesso modo in cui critichiamo i partiti estremisti per la loro indole anti democratica, siamo oggi a criticare una scelta altrettanto pericolosa, perchè oggi poche persone (ci immaginiamo un team di qualche unità) hanno deciso le sorti di un movimento politico; la democrazia prevede sia la gente, l’elettorato a dover decidere e non un pool di persone che lavorano per un’azienda privata.

In una stanza stanno provando a cancellare un’idea. Un’idea sbagliata, forse pericolosa, un’idea che oggettivamente non ha senso oggi. Ma a noi le censure non piacciono, noi non siamo per le pulizie etniche, i rastrellamenti e tanto meno per l’oscurantismo. Immaginatevi se ciò che è stato fatto poche ore fa a Casapound fosse fatto ad altri soggetti politici, ad altri gruppi o venissero penalizzate alcune ideologie piuttosto che altre.

Leggete il parlamentare del Partito Democratico Emanuele Fiano, dal quale prendiamo spesso le distanze, cosa scrive:

CasaPound azzerata sui social. Bloccati i profili su Facebook e Instagram. Che succede ? È un fatto molto pesante, non può essere un caso, all’origine del quale devono esserci ragioni gravi. Vogliamo capire

Per un attimo abbiamo avuto paura. Una sensazione orwelliana di non lontana memoria. Sentiamo che il potere di quel tavolo sia quasi più potente addirittura di quello degli Stati sovrani.
Stavolta diciamo pure che Facebook ha fatto bene. Ma domani? E domani l’altro? A chi tocca?

Non ci preoccupa non leggere più Di Stefano, anzi. Ci preoccupa invece il timore che ciò in cui crediamo, ciò per cui ci battiamo possa sparire e cadere l’oblio. Abbiamo paura di perdere la Libertà, quella con la lettera grande.