Siamo fanatici del centrodestra. Questo l’avete capito e noi ne andiamo orgogliosi. Lo eravamo quando perdevamo le politiche per quaranta mila voti, lo siamo oggi quando in alcune regioni siamo sopra il 50%.

Il centrodestra non è un modo per dividersi le giunte regionali, i ministeri, il potere. Il centrodestra è un’offerta credibile, è un rifugio sicuro per gli italiani, è una casa a cui bussare in tempi di crisi come quelli di oggi, è una scelta facile da compiere per il cittadino.
È stato così in Sardegna, dove con una stragrande maggioranza il centrodestra è risultato primo con il suo candidato lasciandosi alle spalle la sinistra unita ed il Movimento 5 Stelle.

Non era scontato, per due motivi: il candidato della sinistra era Massimo Zedda, candidato unitario quarantenne, sindaco di Cagliari e molto apprezzato nel sud dell’Isola. Il Movimento 5 Stelle era dato “alto” dai sondaggi ed il candidato sembrava riscuotere un discreto successo dalla società civile.
E il centrodestra non ha solo vinto, ha stravinto.

Ma la cronaca della bagarre elettorale è già passato. Perchè il tema al risveglio dopo la giornata di sbornia è l’unità del centrodestra e l’intervista di Matteo Salvini rilasciata a “La Repubblica“:

Io col vecchio centrodestra non tornerò mai, questo deve essere chiaro … Governiamo insieme nelle regioni, nei comuni ma finisce lì … a livello nazionale si va avanti compatti. Ho dato la mia parola. Abbiamo un contratto. Abbiamo tante riforme da completare. A livello nazionale si va avanti come treni

Una bomba a ciel sereno, una frase dura da digerire per tutti, compresi noi, che ci stavamo prendendo delle rivincite rispetto al recente passato. Niente da fare, Salvini ancora una volta decide di fare lo sbruffone, mandando a quel paese gli alleati che fino al giorno prima aveva fianco a fianco nelle conferenze stampa.

Come dire: per stare al governo ho bisogno di Luigi Di Maio e quindi rimango con lui. Sul territorio ho bisogno degli altri e così rimango con loro. La Lega di lotta e di governo come la conoscevamo non esiste più. Oggi c’è la Lega di governo e di governo. Punto.

La domanda che vogliamo fare a Salvini è soltanto una, ed è legata a quel benedetto contratto che ogni tre per due usa per “mandare a quel paese” il centrodestra:

Caro Matteo, quale è la differenza tra il contratto di governo che hai firmato con il Movimento 5 Stelle poco meno di un anno fa e quello firmato con i partiti di centrodestra coi quali ti sei presentato al voto poco più di un anno fa? Quando dici “ho dato la parola e quella vale” a quale contratto ti riferisci? A quello di governo o quello sottoscritto con gli altri partiti di centrodestra?

Se la strada è già scelta, come hai lasciato intendere, se il futuro del centrodestra lo vuoi portare al capolinea, è bene che te ne assuma la piena responsabilità. Per costruirlo si è impiegato venticinque anni, per distruggerlo ci stai impiegando pochi mesi.

Ha senso? Te la senti?