Partiamo subito dal dire che non siamo fan di Boeri, sappiamo bene che è un uomo di Renzi. Non è un sinistroide stile Ds, ma pur sempre legato a quell’ambiente lì.
Ma c’è un fatto sul quale non riusciamo proprio a transigere: la propaganda a tutti i costi. Abbiamo sempre detto che i partiti e le persone che li rappresentano dovrebbero essere teche di cristallo dentro le quali poter guardare minuziosamente. Sulle frasi di Boeri abbiamo sentito un’attacco ad oltranza che non è degno di una benché minima conoscenza sociale dell’Italia attuale. Questa presa di posizione rende molto nebbiosi sia i partiti che la difendono sia le persone che parlano a tal proposito.

… il nostro sistema pensionistico … non è in grado di adattarsi al fatto che diminuiscono le coorti dei contribuenti. Chiunque abbia un ruolo istituzionale, la classe dirigente, deve spiegare che c’è un problema demografico ed è immediato non tra dieci anni

E poi ancora:

Mentre i migranti che entrano nel mercato del lavoro italiano sono per la maggior parte dei casi a bassa qualifica, la quota degli italiani non laureati che scelgono di emigrare per motivi economici è dimezzata tra il 2007 e il 2015. Sembra difficile perciò ipotizzare che la fuga dei giovani dal nostro Paese possa essere dovuta alla competizione sul mercato del lavoro con gli immigrati

Chiariamo subito il nostro pensiero “base”: l’Africa non può trasferirsi in Italia e la maggior parte della gente che arriva verso le nostre frontiere non scappa dalla guerra. Detto questo, e ribadito che l’accordo di Dublino va letteralmente rivisto e che va stipulato urgentemente un accordo con i paesi africani, dobbiamo essere anche realisti su due fattori coi quali dobbiamo fare i conti: una società autoctona, la nostra, che non fa più figli; e una serie di lavori, chiamati “umili” dalle famiglie del benessere, che molti italiani non vogliono più fare.

Questo ragionamento è chiaro agli occhi del popolo, e confermato da una serie di dati riferiti all’Italia, come il tasso di fertilità per donna che si attesta a 1,37 (fonte banca mondiale) ed un calo della natalità nel periodo 2008 – 2016 di 100.000 unità (fonte Istat).
Sul fronte sociale i dati dell’Istat dello scorso anno dimostrano che la maggior parte degli stranieri giunti in Italia svolge i lavori che noi definiamo “umili”; come nel settore dei servizi collettivi e personali (28,3%), nelle costruzioni (10,2%), nel settore alberghiero o della ristorazione (10,1%); nel complesso l’insieme di questi settori è collocato il 75,6% degli occupati stranieri. In Italia abbiamo però 700.000 studenti fuori corso (dati 2014 Fonte: Sole 24 Ore), che corrono dietro ad una laurea, magari triennale giusto perché “quel pezzo di carta conta”.

Questi numeri la politica li deve considerare e qualora non ci credesse basterebbe fare un giro nelle cucine dei ristoranti di tutta Italia o nelle case delle nonne d’Italia, magari quelle malate con problemi psicofisici. La fotografia di una Italia straniera è fatta.

Ma Boeri non disdegna neanche un passaggio sul Dl Dignità, provvedimento piccolo piccolo, dato in basto all’opinione pubblica come la rivoluzione del mercato del lavoro.

“Il provvedimento comporta un innalzamento del costo del lavoro per i contratti a tempo determinato e un aumento dei costi in caso di interruzione del rapporto di lavoro per i contratti a tempo indeterminato. In presenza di un inasprimento del costo del lavoro complessivo, l’evidenza empirica e la teoria economica prevedono unanimemente un impatto negativo sulla domanda di lavoro. In un’economia con disoccupazione elevata, questo significa riduzione dell’occupazione. È difficile stabilire l’entità di questo impatto, ma il suo segno negativo è fuori discussione”

Niente da eccepire. Anche questo provvedimento ha a che fare con un modus operandi nebbioso, dei miglior Michael Gregorio. Tanti annunci risolutivi ma siamo sempre daccapo; prendiamo ad esempio lo sbandierato redditormetro, ad oggi non è abolito; oppure lo spesometro, rimasto anch’esso; lo split payment, abolito solo per i professionisti.

La nebbia sale. Fitta. E noi, tutto sommato, non possiamo dare torto alle istantanee di Boeri.