Ci risiamo… tensione alta tra i banchi della maggioranza. Ora non è solo un caso, non sono neanche due o tre. La questione è seria e sembra quasi di essere tornati indietro ai governi di sinistra quando governare significava assistere sistematicamente ad un congresso permanente del Pd.
Dopo le elezioni di maggio non sono mancati certo gli screzi tra le forze di maggioranza. Che di per sé non avrebbero nulla di male se portassero ad un dibattito sull’agenda politica serio e costruttivo. Anche perché nessuno avrà mai la pretesa che ci sia un pensiero unico indiscutibile tra forze politiche che condividono un percorso comune.
Il discorso cambia quando non si discute, ma si litiga per le cose frivole, come ad esempio una nomina a ministro. Apprendiamo da Adnkronos che il Movimento 5 Stelle commenta così la nomina di Lorenzo Fontana a ministro per i rapporti con l’Ue (lascia il ministero della famiglia):
Da quel che apprendiamo alla Lega andrà il nuovo ministro italiano per gli Affari europei. Ci aspettiamo presto dei risultati. A Bruxelles c’è molto da fare, si impegni per cambiare subito le regole di Dublino. Bisogna da subito impegnarsi per superare il principio di chi prima accoglie i migranti poi gestisce. Ora i fatti
Un vero rimprovero. Altro non è.
Come quando il sottosegretario M5s Manlio Di Stefanio disse, pochi giorni fa, a Matteo Salvini riferendosi alle politiche sull’immigrazione:
Se vuoi fare tutto da solo e non passi mai la palla, se tieni lo sguardo fisso a terra senza accorgerti mai dei tuoi compagni, in porta non ci arrivi mai. Se ti senti Maradona e poi giochi come un Higuain fuori forma è un serio problema, perché di mezzo c’è il Paese. Non si può dire che è sempre colpa degli altri
Battibecchi, capricci, tensioni. La febbre sale alta.
Ad aggravare la situazione c’è l’aria che si respira, inquinata dai dati che l’Europa svela sulla crescita italiana: bassa, pari allo zero: siamo ultimi. Nessun miglioramento in vista per la nostra economia. Nelle sue previsioni intermedie di estate la Commissione europea ha confermato le stime precedenti: per il 2019 la crescita ipotizzata del +0,1% viene definita “marginale” mentre per il 2020 l’esecutivo Ue parla di ripresa moderata.
Forza Italia non ci sta, ed a parlare è la Presidente dei senatori azzurri Anna Maria Bernini:
Anche le ultime previsioni economiche della Commissione europea confermano che l’Italia e’ il fanalino di coda dell’Ue come crescita del Pil: + 0,1% nel 2019 e + 0,7% nel 2020, e in entrambi gli anni siamo inesorabilmente ultimi. Se c’era bisogno di una conferma, questa e’ purtroppo arrivata: niente crescita, debito in salita, mercato del lavoro ingessato e recessione sempre alle porte. Un disastro assoluto, provocato dalle politiche economiche del governo che le ha sbagliate tutte e persevera negli errori mentre incombe una pesantissima manovra d’autunno. E meno male che le tensioni sui mercati si sono attenuate grazie soprattutto agli interventi di Draghi sulla politica monetaria.
Per Bruxelles (leggiamo da fonti europee) “in Italia non ci si attende che l’attività economica rimbalzi significativamente prima della fine dell’anno“, e “i rischi alla crescita restano pronunciati, specialmente nel 2020, quando le politiche di bilancio affrontano particolari sfide“.
Litigi, battibecchi e brutte notizie. Al governo tira una brutta aria…