Marco Marsilio è il nuovo Governatore della regione Abruzzo. Sostenuto da una maggioranza di centrodestra che si è presentata unita al voto. Lo abbiamo scritto già molte volte: l’Italia e tutti i territori che la compongono hanno bisogno di certezze politiche che solo la classica alleanza azzurra può dare. Da nostalgici del Popolo della Libertà, vediamo le immagini della conferenza stampa di chiusura campagna elettorale con molto favore e soprattutto con la speranza che possa ripetersi più e più volte da qui in avanti.

Ma il voto abruzzese ci ha lasciato quattro considerazioni all’attivo. E ve le scriviamo di seguito.

UNO
Gli italiani in questo momento storico hanno scelto centrodestra. Trovare i partiti che compongono questa alleanza, tutti insieme sulla scheda elettorale, è quasi rassicurante e la proposta politica viene premiata. Abruzzo docet e siamo convinti che con questa formazione si può benissimo andare all’assalto di regioni particolarmente rosse come Toscana ed Emilia Romagna e addirittura del Piemonte (si vota a maggio 2019).

DUE
I partiti della coalizione hanno tutti fatto il loro. La Lega ha fatto il tanto atteso boom, pescando un po’ ovunque ed arrivando ad essere il primo partito regionale.
Forza Italia come è andata!? Bene, perché è leggermente sotto la soglia del 10% ma se accorpata all’Udc, con il quale ormai ha iniziato un percorso molto solido, si troverebbe quasi al 12%. Un partito che sicuramente non è finito, ma al contrario rappresenta una zattera per coloro che sono moderati e non si riconoscono in questo governo. Ed è indispensabile in ottica “centrodestra unito”.
Fratelli d’Italia può essere molto soddisfatta, perché il traino del candidato presidente, di espressione meloniana, ha sortito i suoi effetti sulla lista che è arrivata addirittura al 6,48%.

TRE
L’affluenza. Se voi incontrate per strada a Pescara cento persone sappiate che circa 50 di loro non si è recata alle urne. Questo dato è allarmante. Intanto perché in calo rispetto a cinque anni fa. E poi perché si ha la netta sensazione che la gente, sempre fi più, non riesca a trovare i propri riferimenti dell’offerta politica. È vero che parliamo dell’Abruzzo, che in termini di abitanti è nella colona di destra dell’elenco delle Regioni italiane, ma è pur vero che le proiezioni sul futuro sono ancor più preoccupanti, specie per le imminenti europee.
Se invece andate a Cagliari ed incontrate cento persone, sappiate che alle politiche suppletive di gennaio solo quindici persone di loro si sono recate alle urne. Una cosa veramente da non credere.

QUATTRO
La rincorsa dei partiti tradizionali. Esiste ed un occhio attento potrà facilmente accorgersene. Nelle ultime tre tornate elettorali i cittadini chiamati al voto hanno scelto la certezza e non l’azzardo. La proposta e non la protesta.
Prendiamo le elezioni del 21 gennaio a Cagliari, quelle famose per il record negativo di affluenza. In questo caso si votava nella sola provincia di Cagliari per il seggio vacante della Camera lasciato dal velista grillino Andrea Mura (della quale esperienza vi avevamo già parlato in precedenza). In queste elezioni suppletive ha vinto il centrosinistra con più del 40% dei consensi (Andrea Fraili è il nuovo deputato alla Camera per il Partito Democratico) staccando il candidato di Beppe Grillo di gran lunga (il Movimento 5 Stelle si è fermato al 28,9%).
Prendiamo le elezioni provinciali di Bolzano, dove a seguito del risultato elettorale di ottobre è cambiato l’orientamento politico dell’amministrazione. In questo caso il Partito Popolare Sudtirolese ha stretto un’alleanza solida con la Lega per la giunta e con Antonio Tajani per il Parlamento Europeo. Con grande apprezzamento dei cittadini che hanno relegato il M5S al solo 2,4%.
Poi c’è l’Abruzzo dove il centrodestra ha ottenuto il 48,03% dei consensi. E dove il M5S ha invece preso una batosta elettorale non indifferente (sia rispetto alle regionali precedenti, con circa ventimila voti in meno, ma soprattutto rispetto alle politiche dove ha perso più  di 120.000 voti)

In conclusione… da questa serie di tornate elettorali, tutte sotto governo Movimento 5 Stelle e Lega, emerge un dato: questa esperienza di governo per il partito di Grillo è un autentico disastro in termini elettorali. E se ne accorge anche il politburo che nelle successive 24h dall’elezione di Marsilio non ha proferito parola al riguardo.
Facce tese, retroscena succulenti sulle tante reazioni scomposte. Come quella di Grillo (in questo caso nessun retroscena, ma notizia vera):

Io accetto tutto, accetto che il popolo abruzzese abbia deciso e ha fatto benissimo. Chiedo solo una cosa ufficialmente, che ci diano indietro i 700.000 euro che gli abbiamo dato l’anno scorso, quattro ambulanze e gli spazzaneve a turbina

Questa frase potrebbe essere benissimo utilizzata per descrivere la parola “rosicare” su qualsiasi vocabolario di lingua italiana. Ma non è tutto, perché se ai piani alti il Gaviscon sta arrivando direttamente con le autobotti, nei piani bassi la situazione è ancora peggiore, e la miccia innestata da grillo fa facilmente proseliti. Ve ne segnaliamo soltanto uno, perché anche solo a postare certe frasi sul nostro blog ci fa sinceramente ribrezzo.

In questo caso, ovviamente, non è una questione di Gaviscon, ma qualcosa di più serio. E di questi personaggi in rete è pieno.