Musicisti, scrittori, attori e artisti di vario genere. Si scoprono tutti politici, tutti economisti, tutti sociologi, tutti obbligati a dire la loro per via della pubblicità del loro personaggio.
È proprio quando la sinistra scende dai banchi del Governo che questa categoria di personaggi sale nel dibattito nazionale con il loro personalissimo concerto del primo maggio in forma permanente.

Prendiamo Nina Zilli, che alla fine del suo concerto a Comacchio il 06 luglio, davanti a qualche migliaio di persone, ha chiuso gridando

“Salvini vaffanculo”, suscitando nelle ore successive non poche polemiche. “Ho il diritto ad esprimere il mio dissenso”, dice in seguito per giustificarsi.

Pensate per un attimo se tutti coloro hanno a che nello svolgimento della loro professione hanno a fare con migliaia di persone iniziassero ad esprimere il proprio dissenso politico o criticare le idee degli altri. Come Nina Zilli o un Roberto Benigni di turno possono parlare con un microfono davanti a milioni di persone attaccando Berlusconi o Salvini, anche altre categorie di lavoratori potrebbero esprimere il loro dissenso nell’esercizio della loro funzione. Immaginiamo a tal proposito i commercianti, che potrebbero prendersi sberleffo di moltissimi politici, penso anche ai militari in divisa, oppure alla categoria dei medici. Se ognuno di questi decidesse di prendere una qualsiasi iniziativa sarebbe un vero caos.

Ciò che non ci trova d’accordo, peraltro, è la mancanza di rispetto nei confronti delle persone che ti seguono. Quando un personaggio pubblico si schiera politicamente alza di fatto un muro, mettendo i propri fan di fronte ad una scelta: da che parte stare del muro? Perché per una persona che vota Berlusconi guardare un film di Benigni è fastidioso, per un elettore di Salvini ascoltare o andare ad un concerto di Nina Zilli sarà complicato. Moltissimi persone di centrodestra, ad esempio, non hanno mai acquistato o letto un libro di Saviano. Ma perché queste persone devono metterci nelle condizioni di non poterli seguire? Di ignorarle artisticamente? Pensate cosa sarebbe se nel vostro bar preferito da domani trovaste una foto col dito medio a Laura Boldrini. Probabilmente un elettore di sinistra (nonostante siano molto pochi) farebbe difficoltà a prendere il suo caffè il quel luogo.

Entrando in un ristorante non ci vorremmo mai trovare dentro un comizio elettorali, vorremmo invece essere rispettati come clienti. Il rispetto appunto. Cosa che Nina Zilli non ha, Fiorella Mannoia non ha, Emma Marrone non ha, Roberto Benigni non ha, Roberto Saviano non ha. Non cito i vari Guzzanti e Travaglio, che di mestiere fanno quello di “attaccare qualcuno”, perché molto più semplice per generare reddito, ma quello è un vero e proprio mestiere.

Se ci mettiamo seriamente a riflettere sulle prese di posizione dei sopraccitati professorini, ci viene da chiedere: ma almeno fanno proseliti? Riescono a parlare alle persone e convincerle sulle loro ragioni? Il caso americano di Trump pensiamo abbia creato un precedente che può essere paradigmato in ogni dove: ricordate la campagna di odio verso di lui da parte di tutte le Star di Hollywood? Non riusciamo a toglierci dalla mente il “caso Madonna” che era arrivata persino a promettere fellatio a tutti se avesse vinto Hilary Clinton. La gente comune ammira questi personaggi, li segue, li imita, li canta e condivide i loro status, ma quando questi si mettono su un piedistallo e dicono agli altri come devono comportarsi, a come devono pensarla e come devono votare… beh allora la “musica” cambia.